Swing Fever - Ciao Francesca! Sei insegnante e fondatrice della scuola romana Savoy Swing. La tua formazione come ballerina di danze Swing è iniziata da molto lontano e ti ha portato a viaggiare tra l’America e l’Europa! Quali sono i riferimenti di Francesca “globetrotter dello Swing”?
Francesca - I miei riferimenti, se così possiamo definirli, sono l'esperienza formativa americana e le assidue frequentazioni in Svezia, a Herrang per esempio, dove si riunisce il gotha dello Swing e dove trascorro almeno un mese ogni anno. Negli USA la musica Swing è parte integrante della cultura quotidiana, la dimensione del ballare insieme è quindi molto naturale ed è questo che mi è rimasto impresso, che ancora oggi amo molto e che è alla base della mia idea del Solo Jazz e del Lindy Hop.
Swing Fever - Perché hai deciso di intraprendere l’insegnamento a Roma?
Francesca - Vorrei aprire a tante persone le porte del mondo del Lindy Hop e del Jazz, vederle gioire nel ballare, nello stare insieme uniti da una musica che ha una storia potente di conquista della libertà, di integrazione, di celebrazione della gioia di vivere al di là delle difficoltà del quotidiano.
Tutto è iniziato accettando, ogni qualvolta tornavo in Italia, delle collaborazioni all'insegnamento. Ha preso così forma dentro di me l’idea di un progetto con un'anima internazionale per portare anche in Italia quella comunità globale che è caratteristica fondamentale del Lindy Hop odierno.
Swing Fever - Il nome “Savoy Swing” rimanda subito indietro nel tempo, in quella sala da ballo di Harlem che fu luogo decisivo per lo sviluppo della cultura, della musica e dei balli Swing. In che modo cercate di diffondere gli aspetti della Swing Era durante le vostre classi e le vostre iniziative?
Francesca - Toccate un punto nevralgico su cui potrei dilungarmi ore... tra le caratteristiche del Savoy che cerchiamo di onorare c’è la possibilità di essere inclusi, di far parte di un mondo dove tutti sono protagonisti, dal principiante al ballerino più ammirato. Che si tratti delle lezioni, della pratica, degli eventi locali o del nostro festival internazionale, siamo convinti che le scene locali possano crescere solo se chi ne fa parte decide di apprendere da coloro che rappresentano l’eccellenza.
Riguardo alla musica del Savoy e della vecchia Harlem degli anni Trenta e Quaranta, devo dire che la mia passione è per la parte “nera” della sua produzione. Ho potuto sperimentare personalmente, negli allenamenti e nelle lezioni, che seguire con il corpo quel ritmo porta a percepire una parte di sé incontaminata e a muoversi in maniera straordinaria.
E d’altro canto non credo che basti vestire vintage per ritrovare lo spirito di quegli anni e la libertà di espressione che il Jazz include.
Sulla pagina della scuola pubblico - per ora saltuariamente - piccoli testi per far conoscere gli artisti, le voci, le storie che in qualche modo ruotano intorno al Savoy.
Swing Fever - Da quest’anno la scuola Savoy Swing ha avviato un nuovo progetto dal sapore internazionale, portando nella scena romana artisti provenienti da diverse parti del mondo. Vuoi raccontarci meglio di cosa si tratta?
Francesca - E' un progetto che ho sognato di realizzare da quando ho deciso di tornare stabilmente (più o meno!) in Italia, per portare "a casa" la parte migliore di quello che ho vissuto all'estero, sia dal punto di vista della didattica che dei rapporti umani, che ne sono comunque parte integrante.
L'idea è semplice: invitiamo dei ballerini di alto profilo a trascorrere un periodo qui come "resident teachers", per condividere la loro esperienza di insegnanti e performer.
Il progetto nel lungo termine è quello di poter offrire un alto livello di formazione, dando a tutti la possibilità di cimentarsi nei diversi aspetti del Lindy Hop: dalla preparazione per ballare in social alla sfida della competizione, fino alla performance, vissuta come momento di crescita e di creazione di un risultato comune.
Man mano che andiamo avanti prendono forma tanti tasselli, ad esempio l'altra settimana abbiamo fatto un'esibizione con gli studenti di uno dei corsi di Jazz Roots ed è stata per tutti un'esperienza molto bella.
Swing Fever - Savoy Swing organizza anche grandi eventi e workshop. A proposito, sta per tornare il Savoy Spring Jump, un importante appuntamento primaverile! Come sarà strutturato quest’anno il festival? Puoi anticiparci le novità?
Francesca - Skye Humphries (USA) e Frida Segerdhal (SWE) saranno come sempre i nostri ospiti d’onore. Oltre ad essere considerati internazionalmente i migliori in assoluto nel campo del Lindy Hop e del Jazz, sono molto amati perle loro classi brillanti e scrupolose, per l'incredibile energia che trasmettono e per le performance mozzafiato.
La novità di quest'anno è Josette Wiggan (USA), con le sue doti straordinarie di ballerina di Soft Shoe e di Tip Tap.
Sarà un’occasione unica per studiare il Lindy Hop direttamente da coloro che lo hanno codificato nella forma che tutti conosciamo mentre lo si approfondisce grazie allo strumento del ritmo, che possiamo considerare senza dubbio la base di tutto. Il vocabolario elaborato dai ballerini di TipTap e Soft Shoe, migrato dal Sud nelle grandi sale di Harlem, ha dato vita al ballo che oggi tutti amiamo.
Diversi pacchetti consentono di scegliere fino a che punto spingersi tra il Lindy Hop, il Jazz, il Soft Shoe ed il Tip Tap.
Per quanto riguarda la squadra musicale, avremo tre serate con caratteristiche diverse: il venerdì Mauro L. Porro, polistrumentista e grande talento del Jazz italiano, porterà a Roma i suoi arrangiamenti per un gruppo creato ad hoc, i Savoy Jazzopators.
Il sabato Mauro sarà la guest star della band più swing di Roma, la Swing Valley, che ci farà ballare le famose routine della Swing Era con l'energia travolgente della musica live.
Domenica per la serata conclusiva ci sarà in consolle da Milano Mr. Dip, insieme a me.
Swing Fever - Allora in bocca al lupo per il festival, Francesca!
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