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Accessori uomo: consigli su come indossarli e cosa acquistare

Un mondo da scoprire: gli accessori uomo sono stati sempre limitati all’orologio, visto come unico gioiello, e alla cravatta. La moda dagli anni '20 ai '60 smentisce a pieno questa convinzione.

Di Al Vise

Copertina di accessori uomo vintage

Foto: Retrorama Vintage Affair ©

Di seguito una lista dei principali accessori vintage da uomo… e tantissimi spunti per acquisti da veri amanti del vintage!

Cappelli Uomo

Nel periodo compreso tra la fine degli anni ’20 e i primissimi anni ’60 (la cosiddetta Golden Age) gli accessori uomo erano fondamentali. Qualsiasi attività si facesse, non si poteva uscire di casa senza il cappello. Tra i modelli più importanti ci sono:

Cappello Fedora

Fedora

In italiano Borsalino. Nasce alla fine dell’800 e diviene in breve il cappello per eccellenza. Se fino alla Seconda Guerra Mondiale è solo nelle tonalità del grigio, marrone o nero, col passare degli anni la gamma dei colori aumenta. La sua versione estiva, in paglia, è meglio conosciuta come Panama.

Cappello Trilby

Trilby

Come il Fedora, ma con una tesa più piccola, maggiormente rialzata nella parte posteriore. La fossa centrale della cupola è più fonda

Lobbia Cappello

Homburg

Il Lobbia deve il suo nome italiano a un episodio particolare. Nel 1869 il deputato Cristiano Lobbia fu vittima di un attentato durante il quale venne colpito da una gran botta in testa che affossò il suo cappello. Un cappellaio prese spunto dalla forma assunta dal copricapo per iniziare la produzione di cappelli “alla Lobbia”.

Cappello Porkpie

Porkpie

È un cappello dalla cupola piatta, indossato principalmente dai musicisti jazz.

Cappello Boater

Boater

La paglietta. Introdotta alla fine dell’800 è caratterizzata da una fascia dai colori vivaci, tesa e cupola piatte, struttura di paglia rigida.

Cravatte

Le cravatte rappresentano gli accessori uomo per eccellenza. Possono dare una punta di colore e personalità al look. Se negli anni ’20 erano popolari le cravatte di maglia (ritornate poi in auge tra gli anni ’70 e ’80), negli anni ’30 e ’40 cominciarono ad apparire le prime cravatte di seta, poi soppiantata dal rayon, più economico, a causa del razionamento dovuto alla II Guerra Mondiale.

La preziosa seta era infatti usata per i paracadute. Interessante notare come negli anni ’40 i colori principalmente scelti per sfondo alle cravatte non comprendessero il rosso accesso, ma tutte le sue sfumature. Il rosso vivo apparirà solo negli anni ’50.

Cravatta Vintage

Cravatta modello Tartan

Fermacravatta

Il Fermacravatta, insieme alle spille da cravatta, hanno la funzione di tenere la cravatta ferma. Se negli anni ’20 e primi ’30 i fermacravatta non superano i 2,5 cm, dagli anni ’40 in poi si allungano sino ad arrivare a misurare 7,5 cm. Il fermacravatta si posiziona andando a pinzare il lato della cravatta e unendolo con il bordo verticale della camicia.

La spilla da cravatta, invece, si indossa immediatamente sotto al nodo, preferibilmente all’interno della fossetta (dimple). Ricordate sempre di abbinarli tra di loro: oro con oro, argento con argento.

Fermacravatta

Fermacravatta in diversi colori, classici ed eleganti

Fermacolletto

Questi accessori uomo prettamente vintage, oggi pressoché sconosciuti, hanno la funzione di tenere fermo il colletto. Si fa risalire la sua origine ai primissimi anni ’20, quando cominciarono a comparire i primi colletti di seta.

Troppo delicati per essere inamidati, a qualcuno venne l’idea di unirne i due lembi con una barretta per dargli un aspetto più ordinato. Il nodo della cravatta risultò così rialzato, conferendo al look un aspetto più sofisticato. Ve ne sono essenzialmente di tre tipi: a forma di spilla da balia, con delle mollette alle estremità e a forma di bilanciere.

Quest’ultimo, più raro, è costituito essenzialmente da una barretta alle cui estremità troviamo due elementi avvitabili e può essere indossato solo con camicie che presentano appositi fori sui lembi del colletto.

Gemelli

Sono degli accessori uomo ritornati in auge ultimamente; danno un tocco elegante alla camicia. Anche qui ne esistono di diverse fogge. Dai primi anni del ‘900 fino agli anni ’30 erano costituiti da due bottoni, più o meno preziosi, uniti con una catenella. Dagli anni ’40 assunsero la forma che noi tutti oggi conosciamo

Gemelli per polsini

Gemelli in legno e ottone

Gemelli Ancora

…Ce ne è per tutti i gusti!

Pochette

Il fazzoletto da taschino prende il suo nome dal francese poche, tasca e rappresenta uno degli accessori uomo più eleganti. Può essere sfoggiato sia in occasioni ufficiali che informali. L’importante è che sia abbinato alla cravatta, talvolta anche dello stesso tessuto, o alla camicia.

Papillon E Fazzoletto Taschino

Papillon e fazzoletto da taschino fatti a mano, 100% cotone

Cinture e bretelle

Nella cultura anglosassone si usa dire “a belt and suspenders guy per indicare un eterno indeciso. Questi due accessori uomo, infatti, non andrebbero mai portati insieme.

La loro funzione è analoga, ossia tenere su i pantaloni. Se la cintura può essere abbinata alle scarpe, le bretelle, in quanto coperte dalla giacca, non devono essere necessariamente abbinate, purché non si discostino troppo dalla gamma di colori che indossate.

Poiché le bretelle erano viste come un accessorio intimo, gli uomini cominciarono a preferire la cintura a partire dagli anni ’30, ossia quando l’uso del gilet cominciò a scemare.

Bretelle Pois

Bretelle a Y con quattro clips

Scarpe

Le scarpe fanno parte dell’abbigliamento anche se, per certi versi, si possono considerare accessori uomo.

Ne esistono di differenti tipi, ma secondo alcune scuole di pensiero si possono suddividere in due grandi macro categorie: le Balmoral, meglio note come Oxford, e le Blucher, meglio note come Derby.

Le prime sono caratterizzate da una tomaia più elaborata e prendono il loro primo nome dal castello scozzese di Balmoral dove fecero la loro apparizione, diventando poi popolari presso l’università di Oxford.

Le seconde hanno essenzialmente una tomaia più liscia. La loro forma deriva da uno stivaletto disegnato ai primi dell’800 da un ufficiale dell’esercito Prussiano, “Gebhard von Blucher”, da cui prendono il nome.

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