Musica Boogie Woogie

Di Nicola Bazzica di Rock Your Boogie

Musica Boogie Woogie Dancing Juke Joint

Origini

Il Boogie Woogie come stile musicale ha origine tra il 1870 e il 1890, ben 30-40 anni prima della nascita del Jazz. All’inizio del Novecento, i pianisti neri del Texas hanno cominciato a sviluppare una forma più veloce e ritmata del blues. Lo scopo era d’intrattenere la gente nei juke joints, bar dove, alla sera, ci si divertiva e si ballava. Questi locali si trovavano negli accampamenti dei lavoratori, situati ad esempio nei pressi dei cantieri delle linee ferroviarie; spesso persino sui treni c’era un pianista! Un brano caratteristico è Honky Tonk Train Blues (1927): il compositore Meade Lux Lewis imita un treno a vapore, riprendendo le sonorità e l’atmosfera tipiche dei viaggi su questi treni.

Il termine

Il termine Boogie Woogie ha diverse origini.

Alcuni studi spiegano come i treni a vapore sopraccitati, formati da carrelli (detti “bogies“), trasportassero i lavoratori e, con loro, i musicisti che suonavano nelle carrozze per intrattenerli. Seguendo il ritmo delle assi che battevano sui binari mentre il mezzo era in corsa, ai musicisti veniva spontaneo inserire questa cadenza (che diventerà tipica) all’interno della loro musica.

Musica Boogie Woogie Dancing Juke Joint
Un sabato sera in un juke joint nei pressi di Clarksdale, Mississippi Delta – 1939

Altri studi spiegano che è una duplicazione del termine “boogie”, quindi Boogie Boogie, utilizzato ad inizio ‘900 per indicare delle feste improvvisate che, con l’accompagnamento musicale di un pianista, venivano organizzate per raccogliere qualche soldo per l’affitto (rent parties).

In altri studi si evince come varie parole di origine africana (“Bogi”, “Mbuki”, “Booga”, “Mvuki”) facciano riferimento al battito della musica o alla danza sfrenata (possono quindi essere considerate i precursori del termine odierno) e al contempo dimostrino il legame con la comunità afro-americana che si stava emancipando in quel periodo storico. A quei tempi, la parola “Boogie” era usata come definizione di “Osceno”, invece “Woogie” indica un ballo tipico della popolazione nera dell’Alabama.

Nel 1938, Albert Ammons, Pete Johnson e Meade Lux Lewis, tre pianisti neri, vennero scoperti da un bianco: John Hammond. Per la prima volta nella storia della musica, questo stile è presentato ad un pubblico bianco nella famosa Carnegie Hall di New York e da quel giorno è iniziato un vero e proprio boom frenetico, un boom che ha inserito questo nuovo stile musicale ai primi posti di tutte le vendite discografiche e che ha sancito il sorpasso del Boogie sulla musica Jazz. Questo stile di musica, infatti, non fu soltanto patrimonio dei neri, ma influenzò anche molti musicisti bianchi, primo fra tutti Glenn Miller, di cui possiamo ascoltare la sua famosissima “In the Mood”:

Molto conosciuto anche un Boogie Woogie suonato insieme a Tommy Dorsey:

Ma possiamo trovare altri brani anche di musicisti Jazz, come ad esempio “Basie Boogie” di Count Basie:

Grazie a Glenn Miller, il genere Boogie Woogie ha finito così per essere suonato e ballato in tutti gli USA, proprio mentre gli Stati Uniti si preparavano ad entrare nel secondo conflitto mondiale. Furono proprio i soldati americani a portare il Boogie Woogie in Europa. Il dipartimento della guerra aveva chiesto agli artisti più famosi di incidere gratuitamente una serie di 78 giri, noti come “V disc” (dove V stava per vittoria), allo scopo di tenere alto il morale delle truppe al fronte. Al termine della guerra, dischi e matrici sarebbero stati distrutti.

Oltre al Boogie Woogie

Nel frattempo, in America nacquero nuovi generi musicali oltre al Boogie Woogie:

il Rhythm and Blues, che metteva in evidenza artisti del calibro di Fats Domino, Big Joe Turner e Louis Jordan, solo per citarne alcuni; poco dopo il famosissimo Rock and Roll, derivato proprio dal R&B, con i suoi principali artisti: Elvis Presley, Chuck Berry, Little Richard, Jerry Lee Lewis, Bill Haley e molti altri.

Per concludere, vi segnalo un bellissimo libro: “Le catene di Gorée” scritto da Ndongo Diop e Giuseppe Cecconi, dove viene sottolineato come da un evento orribile, come la schiavitù in America, siano nate le melodie che hanno portato alla nascita di tutti quei generi musicali che tutt’oggi ascoltiamo e balliamo.

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