Gli anni ’20 tra big band e charleston
Gli anni 20 negli Stati Uniti d’America sono gli anni dell’old jazz, del proibizionismo e degli uomini gangster; gli anni in cui le donne portano capelli al garçonne che avrebbero caratterizzato le acconciature anni 20, indossano gonne corte e sono le prime a godere di uno stato di parità tra i sessi sia sociale che politico grazie al diritto di voto concesso per la prima volta nel 1920.
Nuovi balli e nuova musica
Siamo alla fine della prima guerra mondiale, in un contesto pervaso da euforia e smania di divertimento; un mondo dove ballare assume un ruolo di primo piano nella vita sociale e si verifica un conseguente sviluppo dell’industria dell’intrattenimento e delle sale da ballo.
In questo contesto prende vita il Charleston, un ballo che risponde al bisogno di svago della gente e allo stesso tempo consente di vivere in maniera più libera i rapporti sociali prevedendo che il partner non sia sempre lo stesso ma cambi continuamente durante la stessa serata. Il Charleston inizia a prendere piede vertiginosamente durante la seconda metà degli anni 20, tanto che compagnie composte da musicisti di colore e ballerine bianche iniziano a creare e a presentare i loro spettacoli.
Parallelamente, si verifica l’espandersi del fenomeno musicale delle Big Band, le grandi orchestre jazz formate da strumenti a fiato (saxofoni, trombe, clarinetti etc) e supportati da pianoforte, contrabbasso, batteria e chitarra. Le più autorevoli orchestre del periodo capeggiate da elementi di spicco come Duke Ellington e Cab Calloway si esibiscono principalmente nelle sale da ballo di New York tra cui le prestigiose Cotton Club, Savoy Ballroom e Connie’s Inn. Il quartiere di Harlem diventa emblema delle Big Band e del Charleston, li dove tra le più famose sale da ballo, la vita quotidiana si svolge all’insegna della miseria.
L’Europa vede arrivare il il Charleston nel 1925 con la famosa canzone “Yes sir! That’s my baby”, conosciuta in Italia come “Lola, cosa impari a scuola” del Duo Fasano.
In Francia i solisti Louis Douglas e Joséphine Baker, soprannominata “Venere Nera”, vanno in scena al Théâtre des Champs-Eliséees mentre in Inghilterra il Charleston coinvolge le persone talmente tanto da spingerle a ballare per le strade creando delle esibizioni improvvisate anche sui tetti delle auto sulle note di “I’d Rather Charleston”.
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